LA NOSTRA MISSIONE

Vi siete mai posti il problema di come potremo vivere se tornassimo indietro nel tempo a circa due secoli fa? Non penso proprio che molte persone si troverebbero a loro agio, soprattutto dopo aver conosciuto le comodità e gli agi che la nostra società mette oggi a disposizione. Andare ad Haiti con il sogno di migliorarla spesso significa sovrapporre le due realtà, pressoché opposte, e adoperarsi per limare tutto ciò che da noi non và. O magari rimediare a tutto ciò che ad Haiti manca. Ma il riferimento a cui ci rifacciamo, purtroppo, è spesso la nostra società…..che oltretutto riteniamo sbagliata. Non deve essere questo il modello da utilizzare come esempio. Non è trasporre la nostra realtà in quel posto ancora in costruzione. Abbiamo l’opportunità di evitare di rifare lo stesso errore storico che si sta ripercuotendo nelle nostre società, non sbagliamo anche sulla loro pelle. Educhiamoli ad un futuro che sia fatto non più di spreco, di diritti negati, di identità non riconosciute. Noi che continuiamo ad accumulare, a stipare ogni tipo di bene, ma spesso ci dimentichiamo di colmarci della voglia di amare, non diamogli un modello sbagliato di esistenza. Noi siamo i loro modelli, noi siamo il Dio bianco che tutto può, quello che porta l’acqua in casa, l’igiene, l’ordine, la tecnologia…..abbiamo il potere di avere il loro destino nelle nostre mani. Le nostre mani che se osservate bene si rivelano sporche di ogni tipo di abuso, oppressione, demolizione di ideali….. Non siamo portatori di un futuro funesto per questa popolazione che già soffre, non facciamola passare dalla padella alla brace, manteniamo la loro identità di popolo umile, di un popolo fatto di persone che non hanno ruoli da dovere assumere, che non devono farsi vedere o atteggiarsi per quello che non sono, che non devono apparire, che non devono essere belli più di quanto non sono. Limitiamoci ad azioni di trasmissione organizzativa, di metodologia nell’operare, di stimolo per l’intraprendenza, di informazione per l’uso dei mezzi, per insegnare loro ad apprendere, ovvero dare loro gli strumenti per migliorare la loro situazione e non solo attivandoci per migliorargliela. Raggiungeranno così uno stato di lungimiranza e di socialità che si potrà applicare al loro vivere quotidiano; perché una comunità che cresce nell’unità, nella lungimiranza, nella reciprocità, nella voglia di crescere determina una società forte, una società non più basata sull’estetica, sull’effimericità degli eventi o sulla materialità, ma sui propri principi. Storicamente l’uomo è passato da uno stato socio-economico semplice ad uno molto più complesso, fatto di avere e di ricchezze. La natura dell’uomo non è quella di vivere in uno stato economico innaturale, falso e virtuale, bensì in uno in cui l’uguaglianza sociale, magari utopica, eleva lo stesso individuo al pari degli altri; in uno stato in cui non esistono ricchezza a povertà. Definizioni strettamente legate l’una all’altra e coniate dalla ragione umana, perché è con l’invenzione della ricchezza che l’uomo ha creato il riferimento per dire che qualcun altro è misero, è povero. Da qui hanno avuto inizio tutte le gerarchie legate al potere umano. Che vanno abbattute.
Haiti ti rende osservatore, più di quanto tu non lo sia mai stato. Osservatore verso la natura che ti circonda, verso l’esistenza che ti circonda. Ti fa capire il diverso significato che può assumere la parola libertà. Ti riconduce ad uno stato di libertà psichica che le catene del sistema occidentale non ti permettono di assaporare. Fr. Arcangelo ci ha dato la possibilità di vedere oltre la nostra superficiale essenza occidentale. Un viaggio che ti mette in discussione, scalfisce le tue difese ed è per questo che si torna da Haiti più forti, più responsabili nella vita. E se lui continua a deprimersi perché pensa che la sua sia solo una cattedrale nel deserto che non cambierà la mentalità degli haitiani, beh allora non dategli retta perché almeno qua, nelle coscienze di noi occidento-orientali, qualcosa nel nostro cuore sta cambiando; e se cambiamo noi, se cambiano le generazioni future grazie a noi allora cambierà, per tutti, il modo di vedere questi paesi martoriati dalla povertà al punto che molta più gente, colpita nella sensibilità farà qualcosa. Un’opera maestosa che come una biglia su un piano inclinato ha preso inerzia e sarà difficile fermarla perché, ormai siamo in molti ad aver visto e provato l’amore…..e per questo, ora ci amiamo di più, amiamo di più…
La nostra pena è il nostro amore.
ARISTIDE BARTOLETTI

Commenti

Anonimo ha detto…
Mammma mia, troppo bello!!!
Ma questo Aristide è un fenomeno!!!

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